Lasciai il porto con vento da sud-ovest. Intorno, sopra, al lato, sotto e in me, strutture mobili. Tutto oscilla. Tutto si sposta. Acqua, vento, stelle, legno. Paesaggi fluttuanti sui quali tutto si muove e si disloca. Intorno, sopra, al lato, sotto e in me, reti.
La destinazione é´ ignota e il mare che affrontiamo è invisibile. Questa mattina la visibilità non oltrepassa i nostri piedi. Non si riesce a vedere per intero ne la ampia struttura delle vele, ne il profilo della nave. In tali condizioni l´andare non è più il dislocarsi in uno spazio o in una geografia, senza la minima visione e nessun punto di riferimento a portata d´ occhio, l´unico paesaggio possibilmente attraversabile è il nostro paesaggio interiore.
A parte l´insicurezza, la paura, il malessere provocato dall´umidità, che avvolge tutto, da questa instabile e scomoda condizione è possibile trarne qualche vantaggio. La distanza dalle cose e dal mondo ci rende esploratori. I nostri sensi si aprono alla ricerca di un segnale, di un rumore, nel constante tentativo di interpretare un movimento, un indizio, una luce, un immagine all´orizzonte, una apertura, anche minima, nel muro della nebbia…
Avventurieri, Incoscienti, Disperati, Emigranti, Marinai, Fuggitivi, Zingari, Disertori, Apoliti, Outsiders, Profughi, Clandestini, Ribelli, Trasgressori, Incoscienti, Sognatori, Disertori, Anormali, Immorali, ossia, Ricercatori.