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La cittadinanza digitale

La crisi dell’idea occidentale di democrazia e la partecipazione nelle reti digitali

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Negli ultimi anni mi é capitato di dislocarmi continuamente. Ma piú che abitare piú luoghi, mi sembra che siano iniziati ad esistere piú me. L´insieme di queste deslocazioni non hanno molto a che vedere con il passare da una cittá all´altra, ma costituiscono una ulteriore rete che compone una geográfica personale. La rete é composta da luoghi, amicizie, sentimenti, attivitá, scambi intelletuali, bibliografie, musiche, suoni, sapori che non considero esterni ne occasionali. Piú che geografie, tale rete abitativa é per me costituita da diverse dimensioni e relazioni,   intime e dinamiche. Ognuna delle cittá che compongono la rete, piú che da un insieme di vie, luoghi e localitá, é composta da un insieme di connessioni, che compongono, a loro volta, reti che si estendono connettando altri luoghi, altre persone, altri interlocutori.

 

L´insieme di questa rete di reti é tenuto insieme dai miei continui spostamenti e da um flusso continuo di informazioni. Considero l´insieme di questa rete di reti di informazioni, luoghi, persone, attivitá, suoni, musiche, sapori e bibliografie, qualcosa che mi costituisce e, consequentemente, qualcosa a me familiare e interno ma, al tempo stesso e contradditoriamente, anche la condizione del mio divenire e dei miei cambiamenti. Piú che cittá, piú che localitá e attivitá, l´insieme de nodi che compongono questa rete e queste molteplicitá si manifestano a me como opportunitá di cambiamento, e al tempo stesso, come l´arquitettura interna costitutiva della mia attuale condizione. Mi costituiscono e mi cambiano. Tali reti non sono, pertanto, geografie esterne, ne soltanto spazi da attraversare,ma forme e dinamiche del mio divenire. Non mi ricordo bene se ho iniziato a studiare le reti e l´abitare negli utlimi anni in consequenza dei miei continui dislocamenti o se ho iniziato a dislocarmi in consequenza del mio ricercare. Ho appreso, in consequenza di questo andare che esiste una stretta relazione tra una determinata latitudine e cio che facciamo, pensiamo e siamo.

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RETI: SÃO PAULO, BUENOS AIRES, PARIGI, LISBONA, ROMA

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L'antropocene, il neologismo (coniato dal chimico Paul J. Crutzen, premio Nobel nel 1995 per aver svelato i segreti del buco dell'ozono), indica l'era in cui l'Homo sapiens rappresenta il singolo fattore che incide di più sul cambiamento del clima e della superficie terrestre. Indubbiamente è così e nell'articolo di Massimo Di Felice, curato da Roberto Sinibaldi, se ne discute in profondità...

"L'ecologia è reticolare… Capire gli ecosistemi in altri termini significa comprendere le reti", suggerisce Massimo Di Felice, docente all'Università di S. Paulo del Brasile e autore di questo contributo (curato da Roberto Sinibaldi). Di Felice si incammina su un pendio diverso e poco esplorato della comunicazione ambientale, delle relazioni tra uomo e natura, indágate attraverso le tecnologie digitali. 

 

Dans une note à l’édition de La Pléiade, l’écrivain romantique français Jules Barbey d’Aurevilly narrait la légende qui suit... 

 

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Massimo Di Felice realizza colloqui con Ronaldo Lemos sul libro "La vita in rete."

Ciclo Inter - Agire con Massimo Di Felice

Parte 01

Ciclo Inter - Agire con Massimo Di Felice

Parte 02

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