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Foto do escritorMassimo Di Felice

2050: dall´antropocene al novacene

I Parte - Dalle opinioni alle iperintelligenze: como stiamo cambiando il modo in cui prendiamo le decisoni


Tra Cinquanta anni i nostri nipoti potranno guardare a noi come all´ultima gnerazione storica, fondata sull´organizzazione dello stato, in modo non troppo dissimile da come noi guardiamo alle tribú amazzoniche come esempio delle ultime societá senza stato...

L. Floridi

La pandemia, oltre ad obbligarci a ridefinire ció che abbiamo sempre inteso come societá, mostrandoci la fallacia dell´idea di una comunitá di relazioni ristrette ai soli umani e quindi lontana dalle forme contemporanee di cittadinanza che includono i virus, il clima, le foreste, le biodiversitá, ci ha proiettati definitivamente in un mondo datificato e informaticamente relazionato. Durante la pandemia In tutti gli stati del mondo i processi decisionali hanno avuto un profondo stravolgimento dislocando il potere di decisone non soltanto dalle architetture della politica a quelle della comunitá scientifica ma da questa a quella dei dati, ossia all´insieme delle proiezioni e degli scenari costruiti dal processamento dei Big Data. La scienza ha giá da tempo iniziato ad utilizzare le infinite sequenze di tali tipi di dati, (da non confodersi con i dati statistici creati dagli umani), prodotti da altri dati, in maniera automatizzata e cumulativa, ed é proprio a partire dal fertile dialogo con questi che ha incrementato la produzione di conoscenza e innovazione nei piú diversi campi di applicazione. E´attraverso della combinazione infinita dei Big data che monitoriamo il cambiamento climatico. Ed é sempre attraverso di questi che é stato possibile ricostruire la sequenza informativa della vita, il codice del DNA, ed é stato, inoltre, possibile conoscere l´andamento della diffusione del virus e creare vaccini efficaci a tempo di record.

Fare scienza oggi significa interagire con dati, software, algoritmi, database e forme di intelligenza extra umane. La natura di tale trasformazione é qualitativa. La alterazione di ogni aspetto della realtá in dati,digitalmente cumulati e processati, estende non solo la complessitá e la morfologia del sociale a livello molecolare, climatico, biosferico e planetario ma connette, informativamente, ognuna di tali sfere all´altra, generando quella che J. Lovelock definisce iperintelligenza.

Nella nostra epoca, tra tutte le cose che stanno cambiando velocemente: il lavoro, l´idea di valore, le nuove economie, la formazione, il rapporto con le materie prime e i cicli di produzione, l´idea di societá, dobbiamo includere anche il modo in cui prendiamo le decisioni. Non solo perché il nostro sociale non é piú limitato alle mura della polis ma esteso, attraverso le reti e i dati, alla biosfera, al clima e alle relazioni molecolari ma anche perché la gestione di tale complessitá é possibile solo attraverso i Big data e le architetture informatiche del processamento dei dati. La pandemia, i mutamenti climatici, la transizione ecologica e a tutte le titaniche sfide che la nostra epoca ci pone dinanzi non sono affrontabili o gestibili appena con il sapere della politica, le logiche coalizionali e la dialettica delle umane opinioni. Invece del primato della politica (somma delle sole intelligenze umane) dovremmo perseguire la connessione delle diverse intelligenze e il primato delle complessitá dei "co-mondi".

(Continua)

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